QUASAR Institute for Advanced Design è il primo centro per l’Apprendimento Esponenziale™, dove le nuove intelligenze creative si incontrano con le migliori esperienze produttive per dar forma, insieme, al design del futuro.
Abbiamo fatto due chiacchiere con il designer Alessandro Gorla, coordinatore del Master in Product Design & Made in Italy e del II Anno del corso Triennale in Habitat Design , per sapere qualcosa in più su questo celebre istituto di Roma e su come è nata la collaborazione con il Wave Market, la kermesse dell’artigianato e del design che si svolgerà il 5 e 6 ottobre presso la suggestiva location di PratiBus District.
Alessandro, ci racconteresti come è nata la partecipazione tra QUASAR e Wave Market?
Tutto è iniziato da una mail di Alin Costache, Project Manager di Wave Market, inviata alla Segreteria del Quasar nella quale richiedeva un incontro al fine di valutare una possibile collaborazione tra le due realtà. Dato che sia io che tutto l’Istituto siamo particolarmente attenti a proposte esterne che potrebbero coinvolgere i nostri studenti, abbiamo organizzato un appuntamento ed abbiamo individuato in breve tempo una possibilità progettuale molto interessante. Una volta presentata la proposta alla Direzione Didattica, ho invitato Alin in aula per parlare ai nostri corsisti del Master in Product Design & Made in Italy del progetto Wave Market e da lì si è creata una certa empatia ed energia creativa davvero coinvolgente.
In questa edizione ci sarà uno spazio dedicato a giovani designer e progettisti di talento chiamato ” Young Designers”, quali sono le forme espressive che verranno portate in questa sezione dal QUASAR?
Per quanto riguarda il Design del prodotto credo che, al giorno d’oggi, risulti fondamentale orientare la preparazione dei nostri studenti anche verso una formazione che esuli dal DISEGNO INDUSTRIALE vero e proprio, pensato e tramandato come un continuum tra Designer-Azienda-Consumatore. La nostra società sta da tempo vivendo trasformazioni che implicano cambiamenti a livello politico, sociale, economico ed ambientale. Tali mutamenti coinvolgono ovviamente anche la “cultura d’impresa”, il modo di fare mercato e quindi gli oggetti che acquistiamo e che ci circondano. Le proposte degli studenti del Master in Product Design sono frutto di una ricerca volta ad immaginare futuri diversi che vadano oltre all’oggetto stesso e cercano di definire un nuovo codice stilistico e produttivo risultante dall’unione di una espressione artigianale tradizionale e di nuovi strumenti tecnologici. Il filo conduttore sarà costituito da processi eterogenei che saranno ordinati e coordinati dai designer in maniera tale da risultare convergenti verso il prodotto finale. Ci siamo immaginati di chiudere metaforicamente un artigiano classico ed un maker in una stanza. Come spesso avviene in un incontro tra due persone di generazioni diverse che non sempre si capiscono, sono nati dei prodotti sperimentali, controversi, provocatori, contrastanti, a volte acidi, ma quando la differenza di età riesce a passare in secondo piano, la divergenza diventa intesa, complicità, comunione. Le stesse linee guida sono state applicate al progetto dell’allestimento espositivo, anch’esso realizzato dagli studenti del Master sotto la sapiente guida del Prof. Arch. Sante Simone.
In un momento di cambiamento come questo, che ruolo ha il designer? Come veicola QUASAR il cambiamento nel suo modo di fare formazione?
Fino a pochi anni fa al designer era affidato il compito di mediare tra le esigenze dell’azienda e quelle del consumatore, oggi i confini del Design si sono allargati, sono diventati più nebulosi e la posizione del progettista è molto più trasversale, dato che non si deve più forzatamente rapportare ad un unico referente (non sono rare produzioni nate dalle collaborazioni con artigiani, fablab, piccoli editori). Credo che una buona Scuola di progettazione debba per prima cosa mettere al corrente lo studente di tutte le variabili possibili, per poi aiutarlo a costruire un proprio pensiero critico, guidandolo verso la presa di coscienza delle proprie passioni, dei propri interessi, al fine di consegnargli gli strumenti più adatti per poter emergere nel mondo professionale che ha scelto e che lo circonda. Ritengo quindi necessario contaminare e sviluppare nell’Università uno spirito sperimentale ed un’anima critica, trasformandola in un luogo dove si possa sperimentare e imparare facendo, per contribuire a formare giovani e moderni homo faber, possessori non solo di saperi manuali, ma anche intellettuali e culturali di modo che, con i loro progetti, siano anche generatori di lavoro, distributori di nuove opportunità e ricchezza, definiscano rinnovate qualità ambientali, siano guide verso il cambiamento delle dinamiche di uso delle risorse e del sistema dei consumi di prodotti/servizi.
Il Wave Market Fair inaugura le iniziative autunnali dell’Istituto, poi arriverà la collaborazione con Spring Attitude Festival, dove troveremo installazioni, video e progetti di RV creati dagli studenti. Ci saranno altre belle iniziative nel calendario 2019/2020 di QUASAR? E cosa rappresenta per voi lavorare in una città come Roma?
Le attività che vedranno coinvolto l’Istituto sono davvero molte, dato che crediamo sia fondamentale proporre un’Università aperta agli scambi culturali ed esperienziali. Come sappiamo Roma è una città meravigliosa ma complessa e le varie iniziative che proponiamo e ci vedono coinvolti sono essenziali per non perdere il contatto con il territorio e con le persone che lo vivono e nel quale operano, di modo da contribuire alla crescita culturale ed identitaria di Roma, oltre che essere degli ottimi test per i nostri studenti.
Dal 18 al 20 ottobre saremo presenti alla Maker Faire di Roma con un grande allestimento sempre curato dai nostri corsisti, successivamente a novembre ci sarà l’inaugurazione del nostro nuovo laboratorio di fabbricazione digitale, dotato delle ultimissime tecnologie sviluppate dalle grandi case di produzione di macchinari per la prototipazione di progetti sperimentali e innovativi. A febbraio, come di consueto, si svolgerà il nostro workshop interdisciplinare che raccoglie gli studenti di tutti i nostri indirizzi di studio e si occupa di tematiche trasversali attraverso ricerca e progettazione. A metà marzo poi daremo il via alle nuove edizioni dei nostri master in Product Design, Interior Design, Art Direction and Media Management e Yacht Design.
Saremo quindi presenti per reclutare i migliori talenti a tutte le fiere di settore sia nazionali che internazionali, e parteciperemo all’attesissimo Educational Tour in tutta Italia.
Durante l’anno, inoltre, un martedì al mese ospiteremo la lecture di una figura di spicco degli ambiti professionali di specializzazione cui si dedica la nostra accademia.
La vostra università ospita tantissimi ragazzi e ragazze fuori sede. Cosa consiglia QUASAR per far scoprire la vera Roma a questi ragazzi?
Per rispondere a questa domanda cito la nostra Direttrice Didattica, l’Arch. Alessia Vitali, che nel volume “Labyrinth”, prodotto editoriale nato per descrivere l’esperienza del workshop interdisciplinare di febbraio nel quale gli studenti Quasar sono stati invitati a perdersi nel labirinto di Roma ed emergerne con una serie di mappe originali ed inedite di lettura della città, ha così scritto: “Per descrivere una città, bisogna certamente prima conoscerla, sebbene anche in una sola sua parte o layer. Dobbiamo riconoscerne i legami fisici e psichici, i manifesti retroattivi che hanno definito la configurazione di parti, le logiche belligeranti tra l’assegnato e la scelta, le implicazioni polisemiche. Per descrivere una città bisogna avere, forse e soprattutto, una lucida e surreale curiosità.” Fare Design è come navigare, si impara seguendo la costa che è il nostro punto di riferimento ma, sognando di attraversare l’oceano, è probabile che qualcuno scopra una nuova rotta. Il suggerimento è quindi quello di camminare lentamente per la città, alzare lo sguardo e lasciarsi trasportare da quella curiosità che deve essere intrinseca nella parola progetto e che permette l’innovazione.
“La creatività opera nella memoria tramite la fantasia e l’invenzione: più cose si conoscono e più collegamenti è possibile fare.” Bruno Munari con questa frase ci consigliava di allargare la conoscenza a quante più materie possibili, studiare, espandere i propri orizzonti per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi. L’interdisciplinarità permette a studenti di diversi corsi di interagire per scambiarsi idee, soluzioni e spingere la creatività ad un livello successivo. Quanto è importante tutto ciò per chi si affaccia nel mondo del lavoro?
L’interdisciplinarità è alla base dell’esperienza formativa del Quasar, tanto è vero che, come già accennato, ogni anno prende vita un workshop che coinvolge più di cento studenti di tutti i corsi undergraduate. I partecipanti, divisi in gruppi e supportati da specialisti della comunicazione e del design, si lasciano guidare in una maratona accuratamente organizzata di investigazione ed analisi. Vengono costituiti teamwork eterogenei composti dagli studenti di Game, Graphic & Communication, Habitat e Interaction Design, così da abituarli all’interazione e al fine di giungere ad un obiettivo progettuale comune. Il Designer contemporaneo, forse oggi più che mai, deve essere a conoscenza di più discipline e strumenti possibili, perché questo è ciò che il mercato attuale richiede. L’interdisciplinarità tra il corpo docenti è richiesta da noi coordinatori anche durante il normale svolgimento dell’Anno Accademico e non sono rare reciproche incursioni tra i diversi percorsi di studio. Personalmente consiglio sempre ai miei studenti di estendere la propria conoscenza anche al di fuori delle mura universitarie, invitandoli a viaggiare zaino in spalla, conoscere le persone, visitare mostre d’arte, avere interesse nell’architettura, leggere quotidiani e riviste, avere passione nella vita e esperimentare. Il nostro lavoro non deve essere avulso della vita politica, sociale e culturale nella quale viviamo, perché solo così si possono realizzare prodotti o servizi innovativi, utili all’uomo e che possono migliorare la vita alle persone.
Per info e contatti:
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