Cosa Vedere a Roma? Le fontane
Il rapporto dei romani con l’acqua è da sempre stato privilegiato: la massima realizzazione di questo legame furono gli acquedotti, ma prima della loro costruzione si trovano anche una serie di fontane di epoca repubblicana, costruite sfruttando le sorgenti naturali esistenti nel sottosuolo.
Alcuni celebri esempi sono la fonte di Giuturna, che si trova nel Foro Romano fra il tempio dei Càstori e la casa delle Vestali, e che prende il nome dalla ninfa Giuturna sorella del nemico di Enea, ossia Turno il re dei Rutuli, nell’Eneide e la Meta Sudans, di cui oggi sono purtroppo visibili solo i resti nei pressi del Colosseo, che prende il nome meta dalla forma conica dell’edificio, simile alle mete dei circhi, e sudans dall’acqua che stillava come se la fontana sudasse, cioè in piccoli rivoli attraverso una palla in bronzo traforata.
A seguito della ripresa del funzionamento degli antichi acquedotti romani nel XVI secolo, grande lustro fu dato anche ai loro terminali che furono spesso adornati di mostre d’acqua, ossia fontane monumentali che servivano a solennizzare lo sbocco all’interno della città degli acquedotti. Tra di esse spiccano per gusto e ricerca estetica la Fontana del Mosé, mostra dell’Acquedotto Felice, la Fontana dell’Acqua Paola, mostra dell’Acquedotto Traiano, e una serie di fontane oggi diventate dei veri e propri luoghi simbolici di Roma, quali: la Fontana della Barcaccia, opera di Pietro Bernini del 1629, che sfrutta il flusso dell’Acquedotto Vergine, la Fontana dei Quattro Fiumi, trionfo del barocco di Gian Lorenzo Bernini che svetta su Piazza Navona, e la Fontana di Trevi, terminale dell’Acquedotto dell’Acqua Vergine, che fu rimaneggiata numerose volte nel corso dei secoli nel tentativo di dare finalmente una maestosa definizione alla fontana, e che raggiunse lo spettacolare risultato attuale nel 1762 ad opera dell’architetto Giuseppe Pannini.
Anche la Roma contemporanea ha voluto trovare nelle fontane dei simboli che servissero da segni di riconoscimento di interi quartieri: tra essi la Fontana della Carlotta, progettata negli anni ’30 del Novecento dall’architetto Innocenzo Sabbatini, è diventata, con il suo caratteristico podio lavorato a bugne a punta di diamante, il simbolo della Garbatella in cui tutti i bambini del quartiere si riunivano per giocare e raccogliere l’acqua nel periodo tra le due guerre.