“Ogni città poi ha le sue eroine, ecco perché nella città capitolina sono apparse Mamma Roma e Nonna Roma, alias Anna Magnani e Sora Lella, un omaggio alla romanità più schietta e verace”
Di Lediesis non si sa molto ma poco importa, perché le sue opere parlano da sole e raccontano la storia delle protagoniste della cultura moderna e contemporanea che si sono fatte eroine, sfoggiando sul petto l’inconfondibile “S”, il simbolo di Superman, abbinato ad un “occhiolino” di intesa che cattura l’osservatore.
Ciao Lediesis. La prima considerazione che ci viene da fare riguarda il tuo nome d’arte: in musica il diesis è un’alterazione della nota di base, perché hai scelto questo nome?
La scelta del nome che usa l’hashtag gioca sia sul linguaggio social sia su quello musicale, di cui avete colto in pieno il significato. Inoltre già nel pronunciare Lediesis (ladies) è chiaro che si vuole rendere omaggio a delle grandi signore, ma anche a tutte sisters, le sorelle. Pensate quante sfumature in una sola parola…
Marina Abramovic, Barbie, Lara Croft, Margherita Hack, Eva Kant, Frida Kahlo, Beatrix Kiddo (Uma Thurman in Kill Bill), la Sora Lella, Sofia Loren, Anna Magnani, Rita Levi Montalcini, Mortisia, Nefertiti, la Principessa Leila sono alcune delle tue eroine. Cosa rappresentano queste donne per te?
La prima uscita di una mia opera è stata a Firenze, una delle città capofila della street art italiana, per ricordare il giorno della Festa della Donna e avrebbe dovuto rappresentare un momento di riflessione. Successivamente, è stato naturale lo sbarco nella capitale, anche qui con otto opere originali. Otto, non è solo 8 marzo, ma è il numero che rappresenta l’infinito, l’incommensurabile e l’indefinibile, il numero dell’eterno ritorno, della completezza, tutte caratteriste insite nella natura femminile. La scelta delle Super 8 non è mai semplice, le opere ritraggono donne che rappresentano universalmente la forza, la sensibilità e l’intelligenza femminile, tutte grandi protagoniste nei rispettivi campi di competenza. Ogni città poi ha le sue eroine, ecco perché a Firenze sono state attaccate l’astrofisica Margherita Hack, che qui ebbe i natali, e la neurologa Rita Levi Montalcini, che qui visse nascosta con la famiglia cambiando spesso abitazione per non incorrere nelle deportazioni; ecco perché nella città capitolina sono apparse Mamma Roma e Nonna Roma alias Anna Magnani e Sora Lella, un omaggio alla romanità più schietta e verace. Non manca l’ironia anche in personaggi come Barbie, pensata sempre come la donna perfetta, che invece è rappresentata come comune massaia che va a fare la spesa al mercato o Lara Croft che al posto delle pistole ha in mano un matterello; insomma l’intento è giocare con il ribaltamento degli stereotipi dei ruoli e mi auguro che questo “ruzzo”, venga colto da tutti. L’intento è quello di condividere con leggerezza l’idea che i ‘superpoteri’ sono dentro ognuno di noi.
Una delle tue opere fiorentine è stata trafugata, mentre una di Roma è stata vandalizzata. Come è cambiato il rapporto della street art con la città e cosa pensi del fatto che eventi di questo tipo siano sempre più comuni al giorno d’oggi?
Solo una? A Firenze dopo un mese hanno staccato e trafugato Frida Kahlo e la Madonna. Margherita Hack, invece, è stata coperta con della vernice bianca. Non è andata meglio a Roma, dove Anna Magnani è stata portata via dopo 12 ore. Stesso destino ha avuto Morticia Addams, mentre Sora Lella è stata appunto vandalizzata con alcune scritte. Ma d’altra parte la strada è democratica e tutti possono intervenire dove ha operato uno street artist, anche se, per tornare alla tua domanda, la street art è stata sdoganata, è arte e ha lo stesso valore di quella che vedi nei musei. Non è più una forma d’arte di serie B, anche se è decisamente più fruibile. Ci sono tantissimi streetarthunters, appassionati divulgatori di immagini su Instagram che organizzano vere e proprie cacce al tesoro, come quelle che hanno realizzato nel caso delle Superwomen fiorentine e romane.
La speranza è quella che le opere in strada inneschino una sensazione positiva su chi le osserva e che il loro senso venga percepito dalle persone. La missione dell’artista dovrebbe essere questa. L’intenzione con cui l’artista agisce diventa un momento di riflessione, crescita e ispirazione. Le opere risuonano sempre con l’animo di chi se le trova davanti. Questo fa la differenza.
Che tecnica utilizzi per le tue opere?
La tecnica del paste up che coniuga la progettazione e realizzazione in studio con l’attacchinaggio notte tempo in strada in spazi più o meno legali, come le finestre cieche, che sono una cornice che abbellisce e fa risaltare ogni Superwoman.
Da dove deriva la scelta dell’occhiolino?
Il fatto che ogni donna ritratta strizzi l’occhio al passante è un modo d’instaurare con l’osservatore un rapporto confidenziale e complice. Quasi a dirgli ” Vedi, anche tu sei come me! Anche tu hai dei superpoteri”
Per ora troviamo le tue opere a Firenze e Roma. Che rapporto hai con l’Italia e come invece vedi la street art all’estero?
Ottimo, direi. In progetto ci sono incursioni in altre grandi città italiane e poi, in un futuro non troppo lontano, anche estere. La street art italiana è vivace, vispa, ricca….abbiamo grandissimi nomi conosciuti in tutti il mondo da Blu ad Ozmo, da Jorit a TVBoy passando per da Alice Pasquini, insomma non abbiamo niente da invidiare ai colleghi stranieri!
Online si trovano moltissimi articoli su Lediesis ma nessuno ha ancora scoperto la tua identità. Vuoi darci qualche indizio?
Esistono persone timide e riservate. Non ha importanza che io sia maschio o femmina, o se in realtà siamo un collettivo di artisti; dovrebbero parlare soltanto le opere e non le persone. La cosa importante è condividere con il mondo, soprattutto attraverso la leggerezza, che i superpoteri sono dentro ognuno di noi. Utilizziamoli per diventare migliori!
Pochi mesi di attività e già molta curiosità intorno alla tua arte, che progetti hai per il futuro?
Di andare alle Hawaii!! Come c’è scritto sulla sporta della spesa di Barbie in Campo dei Fiori! (#viavoallehawaii)