Il quartiere del Quadraro a Roma è stato uno dei primi quartieri a subire un rivoluzionario e profondo cambiamento grazie alla street art. Posizionato tra la via Tuscolana e Cinecittà è stato ed è tuttora un grosso punto di riferimento di tutta la porzione sud est della Capitale.
Il progetto Museo di Urban Art di Roma al Quadraro
Tutto nasce nel 2010 grazie ad uno Street Artist Italiano di nome Davide Vecchiato, in arte Diavù, che crea M.U.Ro “Museo di Urban Art di Roma”; il progetto prevede una serie di opere d’arte di artisti provenienti dall’Italia e fuori che con la loro unicità e bellezza poetica arricchiscono le facciate di alcuni palazzi e case del quartiere. Il Museo a cielo aperto consta di più di 22 opere sparse per il periferico quartiere, che con grande genuinità raccontano la storia sua recente, le vicissitudini di vita comune, e la lotta contro il nazifascismo del primo dopoguerra. Camminare per le vie del Quadraro oggi vuol dire prendere parte del frammento di storia che esso è stato, per ricordare e non dimenticare. Partendo il nostro tour virtuale è dalla fermata della metro di Porta Furba che il primo murales è stato “concepito” proprio dall’ideatore del progetto Diavù. L’artista nomina l’opera “l’arte feconda il Quadraro” che diventa “l’incipit” da cui parte tutto, come a voler iniziare a fecondare con l’arte l’intero quartiere. Su Largo dei Quintili troviamo l’opera Buckingam Warrior dell’artista americano Gary Baseman. Il protagonista è un soldato che ha 3 teste che ha sul suo petto il simbolo del quartiere Q44 marchiato a sangue. Cerca di difendere i 3 valori della Fidas, Veritas e Libertas ormai messi a dura prova dal regime Nazifascista. In quest’opera l’artista ha voluto ricordare anche il padre fortunatamente sopravvissuto all’orrore della Shoah. Proseguendo incontriamo il famosissimo “Nido di Vespe” di Lucamaleonte. Anche questa opera sottolinea l’orgoglio degli abitanti del quartiere alla resistenza del rastrellamento Nazista ad opera di Gestapo e polizia. Infatti viene dipinto nel 2014 al 70mo anno dalla deportazione fascista. Il nome dell’opera richiama il soprannome in segno di disprezzo che i Nazisti diedero agli abitanti del quartiere, appunto “nido di vespe” in quanto riuscirono a rimanere compatti ed uniti difendendo i propri ideali di libertà, riuscendo quindi a sfuggire alla furia Nazista. In via dei Pisoni si staglia il bellissimo murale dell’americano Beau Stanton, “il Quadraro nel Core”. L’albero con le radici simboleggia tutto il quartiere che sboccia e rinasce dalla furia violenta del Nazismo. Con l’opera “Baby Hulk” Ron English rappresenta il male nazista (Mickey Mouse con la maschera antigas) che infesta il quartiere (il bambino), che però reagisce e si rialza con forza e coraggio. Il disegno è inoltre eseguito magistralmente attraverso un effetto tridimensionale estremamente verosimile. Sulla stessa via scorgiamo anche “Grandma” di Jim Avignon, che rappresenta una giovane modella Elvira coperta da strade ancora da percorrere. Andando avanti su via dei Lentuli vediamo l’opera “Senza titolo” di Dilkabear e Paolo Petrangeli che raffigurano una bambina con una bevanda in mano che viene sfiorata dolcemente da una serie di fasci colorati e luminosi. In via dei Corneli Alessandro Sardella con “La Fenice” ci delizia con il suo stile inconfondibile fatto di colori e segni.Giochi di colore indelebili
Grazie a queste opere che non solo rendono più piacevole passeggiare per il quartiere, ma gli rendono giustizia raccontandone i dolori e le vittorie vissute insieme, il Quadraro oggi è un quartiere da visitare e da vivere, per i suoi pezzi di storia indelebili, che grazie a questi giochi di colore impressi sui muri delle case degli abitanti possono essere alla portata di tutti. Sempre. Per info, contatti e orari: Street Art al Quadraro. Articolo e foto di Maria Clelia Scuteri

