Telamoni

Telamoni: cosa sono e dove trovarli

Variante maschile delle Cariatidi, i Telamoni sono sculture utilizzate in architettura con la funzione di colonne o pilastri per sostenere trabeazioni o cornici degli edifici.

Etimologia del termine Telamone

Telamone è un’importante figura della mitologia greca; è nipote di Zeus e fratello di Peleo, colui che dopo il matrimonio con la ninfa Teti diede alla luce l’eroe Achille. In architettura il termine ha assunto il significato di figura maschile impiegata a sostegno di trabeazioni negli edifici ed è spesso alternata al termine ‘Atlante’, dal Titano che sorreggeva il cielo, con cui condivide l’etimologia dal termine τλάω che significa ‘sopporto’. La spiegazione dell’utilizzo di questo termine in architettura si deve a Vitruvio che, così come per le cariatidi, ne individua le ragioni a seguito di una guerra greca: dopo la battaglia di Platea, infatti, gli Spartani edificarono un portico sostenuto da statue rappresentanti i prigionieri Persiani, ma questa tipologia di sostegno a figura umana la si incontra già nella civiltà egizia e la si ritrova poi nella storia dell’architettura in moltissime varianti a partire dalla Magna Grecia, fino ad esempi rinascimentali, barocchi e neoclassici.

Esempi di Telamoni a Roma

Mentre le Cariatidi sono spesso raffigurate nella loro serafica posa, statiche ed indifferenti al peso che devono simbolicamente sopportare, i Telamoni sono invece rappresentati nel pieno sforzo dell’atto di sorreggere attraverso posizioni particolari degli arti ed espressioni sintomatiche del viso: le mani, ad esempio, sono protese verso l’alto, diventando lo strumento vero e proprio attraverso cui le trabeazioni vengono sorrette, oppure sono conserte ed è la testa che assume il ruolo di sostegno, mentre i volti sono spesso seri, corrugati e tesi.
In tutta Italia sono presenti innumerevoli esempi di queste sculture e anche a Roma se ne possono trovare moltissimi alcuni dei quali sono presenti anche in edifici storici della città.

Nell’androne di Palazzo Spada si trovano busti maschili in questo caso senza braccia né gambe appoggiati su paraste che adornano l’ingresso ai giardini del Palazzo; in via della Croce all’altezza del civico 70 si trova il cosiddetto palazzo dei Telamoni in cui è possibile ammirare due statue ai lati del portale opera di Pietro Bernini, padre di Gian Lorenzo; lo splendore barocco di Palazzo Barberini emerge già dall’esterno in cui il prospetto su via delle Quattro Fontane è ornato da giganteschi telamoni che decorano due lati dei pilastri che si intervallano alle cancellate esterne; proseguendo verso Piazza Barberini e salendo su via Vittorio Veneto si trova un altro esempio illustre di telamone: all’Hotel Excelsior opera del 1905-1908 dell’architetto Otto Maraini quattro possenti statue con elmo sorreggono la balconata del primo piano col peso del proprio capo; ulteriore esempio neobarocco è quello che si trova all’angolo tra Viale Regina Margherita e Piazza Rio de Janeiro dove i telamoni ornano i piani terra delle facciate bugnate del palazzo cantonale.

Vedi anche la pagina dell’Enciclopedia Treccani sull’etimologia della parola Telamone

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