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Suburra, la lupa in versione Netflix

Uscendo dalla Stazione Metro Pigneto, dal lato di via del Pigneto, vi troverete davanti un gigantesco murales che raffigura una lupa capitolina un po’ insolita. È il murales dedicato a Suburra.

Un murales per Suburra

Per lanciare la serie Suburra, che racconta gli antefatti dell’omonimo film, Netflix ha commissionato la realizzazione di un murales a tema. Il murales è stato curato dal  Museo di Urban Art di Roma (MURo) ed è stato realizzato dallo street artist Luca Zamoc.

L’opera è il primo esempio di arte urbana realizzata a scopo pubblicitario in Italia. Nel murales sono rappresentati una lupa capitolina magra e sofferente e al posto dei piccoli Romolo e Remo, tre adulti che rappresentano i tre poteri forti: rispettivamente lo Stato, la Chiesa e la criminalità che stanno letteralmente, consumando la lupa.

Come ha spiegato lo stesso Luca Zamoc in un’intervista, la scelta di sostituire i piccoli Romolo e Remo con degli adulti, permette di enfatizzare il concetto di corruzione che emerge dalla serie.

Il murales non ha rimandi ai personaggi della serie, ad eccezione di una piccola iscrizione posta nella parte alta: “Netflix. Suburra, la serie”. Nonostante questo, l’opera di Zamoc racchiude perfettamente il senso di quanto viene raccontato dalla serie.

Vi siete chiesti cos’è la Suburra?

Suburra, dal latino Subura, nell’Antica Roma era il quartiere posto alle pendici del Viminale e si estendeva fino alle propaggini dell’Esquilino. Attualmente corrisponde al  quartiere Monti, a pochi passi dal Colosseo.

Tra tutti i quartieri popolari di Roma, la Suburra era di certo, quello più malfamato. All’interno dei suoi confini si svolgeva la vita della Roma popolare, quella dei teatranti, dei gladiatori e delle cortigiane. Le bettole sparse nel quartiere, offrivano rifugio a ogni genere di fuorilegge ed era un luogo talmente poco raccomandabile che chi attraversava le sue vie, si faceva scortare da schiavi armati muniti di fiaccole.

Per questo motivo, i ricchi patrizi romani fecero erigere delle mura attorno al quartiere, separandolo fisicamente dal resto della città e accentuandone il dislivello. Secondo alcune interpretazioni infatti, il nome Suburra deriverebbe da sub-urbe, cioè  più bassa rispetto alla città.

Del vecchio quartiere oggi, resta soltanto il nome. Infatti, la vecchia Suburra è diventato uno dei quartieri più alla moda della città, il quartiere degli artigiani, dei negozi vintage e dei locali tipici.

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