Statua Equestre di marco aurelio campidoglio

Statua Equestre di Marco Aurelio

La statua equestre di Marco Aurelio collocata al giorno d’oggi nella piazza del Campidoglio non corrisponde all’originale. Essa è una copia realizzata per garantire la conservazione dell’originale, protetta all’interno del Palazzo dei Conservatori.

Storia e caratteristiche della statua equestre di Marco Aurelio

La statua corrisponde ad un unicum, in quanto la sola di tipo equestre di età imperiale in bronzo a giungerci integra. Essa venne realizzata tra 161 e 180 d.C. probabilmente in corrispondenza dei tributi riservatigli per le vittorie nelle campagne germaniche e sarmatiche nel 176 d.C. o immediatamente dopo la sua morte. La sua originale collocazione non è del tutto sicura: alcuni studiosi pensavano fosse stata inizialmente eretta nel Foro e poi spostata, ma la maggioranza sembra attualmente d’accordo nel posizionarla fin dall’inizio in Laterano. Notizie certe sulla sua presenza in quest’area si hanno dal X secolo d.C., ma è probabile che fosse visibile già nell’ VIII. La statua sopravvisse alle opere di spoglio medievali, grazie al fatto di essere scambiata per una raffigurazione di Costantino, l’imperatore che aveva liberalizzato il cristianesimo. Essa venne poi trasferita nel 1538 in Campidoglio per ordine di papa Paolo III, nell’ambito del progetto di ristrutturazione del colle, diretto da Michelangelo Buonarroti, che ne fece il perno centrale. La statua venne poi spostata nel 1981, per impedirne il degrado e garantirne il consolidamento, sostituendola nel 1997 con una copia effettuata dai tecnici della Zecca dello Stato. L’originale è conservato ed esposto quindi nei Musei Capitolini, assieme ad altre importanti opere bronzee della collezione capitolina. Per quanto riguarda le sue caratteristiche si tratta di una statua alta 5 metri e 35 centimetri di bronzo dorato, realizzata a tutto tondo, e si inquadra nell’ambito delle numerose statue equestri celebrative, che costellavano Roma. La rappresentazione dell’imperatore trasmette serenità e la sua fermezza d’animo, contribuendo all’immagine di Marco Aurelio come uomo di cultura e filosofo dalle grandi qualità morali. La composizione appare tutto sommato statica, con le forme invece dinamiche: il cavallo in movimento doveva essere ritratto nell’atto di calpestare un barbaro vinto, non più presente. L’imperatore non è ritratto in combattimento, ma con il braccio teso in un gesto che sembrerebbe di clemenza nei confronti dello sconfitto o forse nell’azione di parlare: quale che fosse, il fatto che egli appaia inoltre senza armamento, doveva comunicare un messaggio di pace, raggiunta durante il suo regno, e una concezione divina della figura imperiale più che umana. Articolo di Andrea Simeoni statua marco aurelio campidoglio
Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su email
Condividi su whatsapp