Il Museo Nazionale Etrusco
Villa Giulia, sede del Museo Nazionale Etrusco assunse il ruolo di museo a partire dal 1889 su iniziativa di Felice Bernabei, archeologo e politico dell’epoca, con lo scopo di accogliere le antichità preromane del Lazio. Al 1923 risale invece l’ultimazione delle due ali del museo e l’attuale percorso espositivo si deve al progetto dell’architetto Minissi, risalente alla fine degli anni ’50. Per il Giubileo del 2000 la struttura ha subito dei restauri e una riorganizzazione con la realizzazione di nuovi spazi espositivi per le antichità dell’antica città portuale di Pyrgi, delle antichità dell’Agro Falisco (territorio sulla riva destra del fiume Tevere nella zona compresa tra Grotta Porciosa a nord e Capena a sud) e della collezione Castellani.
Etruschi, Falisci e i reperti esposti
A pochi passi dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna, il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia espone materiali che provengono dal territorio degli Etruschi e dei Falisci, due dei tanti popoli italici della penisola e che occupavano l’area medio-tirrenica prima delle conquiste romane. I manufatti, qui messi in mostra, appartengono alle produzioni artigianali locali, ma anche alle importazioni di altissima qualità rinvenute in Etruria e provenienti dal mondo greco.
L’esposizione è organizzata secondo criteri geografici e quindi vengono mostrati i diversi territori delle città etrusche e degli altri comprensori: Tarquinia, Veio, Vulci e Cerveteri per il mondo etrusco, Agro Falisco e Latium Vetus (territorio della parte centrale del Lazio a sud del Tevere e nord del Circeo) per gli altri popoli italici.
La prima galleria pensile e il piano nobile ospitano invece le collezioni storiche e la raccolta antiquaria: Castellani e Cima-Pesciotti.
Tra gli oggetti di maggiore prestigio che trovano posto in questa mostra si ricorda il celebre Sarcofago degli Sposi, proveniente da Cerveteri e risalente al VI secolo a.C., in cui sono ritratti due sposi, stesi su un triclinio (letto) durante un banchetto, nell’atto di scambiarsi delle arance: il fatto che la donna si trovi in primo piano, evidenzia il ruolo eminente delle donne, assunto nella civiltà etrusca, in totale contrapposizione con la cultura romana.
Tra gli altri reperti si ricordano: le celebri oreficerie della collezione Castellani (VII secolo a.C. e rielaborazioni ottocentesche); le sculture in nenfro del “Centauro” e del “Cavaliere su Ippocampo” da Vulci (VI secolo a.C.); l’altorilievo frontonale in terracotta proveniente dal santuario di Leucotea-Ilizia di Pyrgi (V secolo a.C.), raffigurante il mito dei “Sette contro Tebe” raccontato dalla tragedia di Eschilo; le famosissime lamine in oro inscritte, bilingui (etrusco e fenicio), sempre dal santuario di Pyrgi e che testimoniano, nel VI secolo a.C., il ruolo di primo piano assunto da questa città portuale nell’ambito dei commerci internazionali, che si svolgevano nel Mediterraneo e che coinvolgevano le tre principali potenze marittime: Greci, Fenici e appunto Etruschi.
Per info, contatti e orari: Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia – Beni Culturali
Articolo di Andrea Simeoni

Contatti e info utili
Sito: www.villagiulia.beniculturali.it Tel: +39 063226571