Al di sotto della Biblioteca Nazionale e della Caserma “Castro Pretorio”, sede del Raggruppamento Logistico Centrale dell’Esercito Italiano, sorgeva la caserma (Castra Praetoria) della guardia permanente dell’Imperatore: i pretoriani.
Il complesso rispecchia i canoni del tipico Castrum romano, ovvero accampamento militare, e rende la Caserma odierna quella più antica al mondo ancora presidiata da soldati.
I pretoriani
Il corpo dei pretoriani venne istituito da Augusto, che stanziò la sua guardia in più punti della città. Fu Tiberio, su indicazione del consigliere Seiano, prefetto del pretorio tra il 14 e il 31 d.C. e quindi a capo di questo reparto militare, a concentrarli in un’unica sede stabile, edificata al di fuori delle mura serviane nel margine estremo dell’abitato. I pretoriani costituivano un corpo di soldati scelti, reclutati fra i più valenti appartenenti alle legioni e svolgevano i compiti più disparati, dalla protezione del Princeps ai servizi segreti, dalle funzioni di polizia alla semplice amministrazione cittadina. Essi furono fortemente legati alle fortune e disgrazie degli imperatore, garantendone sia la sopravvivenza che in numerosi casi la caduta: fu Costantino, che a seguito della vittoria su Massenzio, appoggiato dai pretoriani, decise di sopprimere il corpo e smantellarne la caserma.Il Castra Praetoria
Il complesso del Castra Praetoria comprendeva numerosi edifici funzionali alla vita quotidiana delle truppe: il praetorium, ossia la sede del comando, l’aerarium (le casse), l’armeria, l’ospedale, gli horrea (i magazzini) e vari luoghi di culto, anche di divinità provinciali, in modo da poter soddisfare tutte le “nazionalità” dei soldati. L’addestramento e le esercitazioni militari erano invece svolte nell’area compresa fra il castrum e le mura serviane. La caserma si estendeva su un’area di circa 17 ettari (440 x 380 metri) e il suo recinto prevedeva una porta per ogni lato ed era realizzato interamente in laterizi, raggiungendo un’altezza massima di 4,73 m (poi ridotta dall’imperatore Onorio a 3,5). Delle porte si conservano tuttora quella meridionale e quella orientale, assieme a porzione del muro esterno. Parte del muro subì, come ancora visibile, rifacimenti in blocchi di tufo relativi al VI secolo d.C. L’attuale Viale di Castro Pretorio taglia in due l’accampamento nella sua porzione occidentale. All’interno della Biblioteca Nazionale sono stati condotti degli scavi, che hanno permesso di comprendere in maniera più chiara la sistemazione interna del campo. Addossati alle mura si disponevano numerosi ambienti in opera reticolata, sui quali si impostava un camminamento di ronda. All’interno di queste strutture si possono tuttora vedere pavimenti con mosaici o con basoli, nonché pareti intonacate in rosso e in giallo. Le caserme vere e proprie, cioè gli alloggi dei soldati, erano costituite da edifici allungati con due serie di ambienti addossati, aperti in direzioni opposte. Diverso orientamento avevano gli ambienti della zona scoperta in corrispondenza di Viale di Castro Pretorio, rispetto a quelli della Biblioteca Nazionale, e anche qui sono state rinvenute pavimentazioni di vario tipo: mosaici, opus spicatum o anche semplice terra battuta. A livello strutturale si fa presente che, con la costruzione delle Mura Aureliane nel III secolo d.C., la caserma venne assorbita all’interno del circuito difensivo, per farne un punto di forza, così come avvenuto per numerosi altri edifici dell’Urbe in quel difficile periodo. Articolo di Andrea Simeoni

Contatti e info utili
Indirizzo: Rione XVIII Castro Pretorio, Roma RM, Italy
Sito: www.sovraintendenzaroma.it/i_luoghi/mura_urbane
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