Il Carcere Mamertino è certamente identificato con l’attuale chiesa di S. Giuseppe dei Falegnami. La sua attribuzione è favorita dalle indicazioni fornite dalle fonti antiche, fra le quali Plinio che lo indica ad ovest della Curia Iulia.
L’edificio: storia e composizione
L’edificio attuale conserva solo una porzione del vecchio carcere, detta Tullianum: dal nome deriverebbe l’attribuzione dell’edificio a Servio Tullio o Tullo Ostilio, anche se Livio ne assegna la costruzione ad Anco Marzio. Questo settore, ancora esistente, corrispondeva alla parte più interna e terribile: a tal proposito colpisce la testimonianza dello scrittore latino Svetonio, il quale descriveva questa angusta cella come “ripugnante e spaventosa per lo stato di abbandono, l’oscurità e l’odore nauseabondo”. La facciata in travertino attualmente presente risale all’età imperiale, come indicato dall’iscrizione riferibile ai consoli C. Vibio Rufino e M. Cocceio Nerva (tra 39 e 42 d.C.). Questa facciata copre una più antica in tufo di Grotta Oscura. L’accesso introduce ad una stanza a pianta trapezoidale realizzata in blocchi di tufo di Monteverde e dell’Aniene, il cui utilizzo ci permette di datare questo ambiente al II secolo a.C. Al centro di questa stanza si trova un foro circolare, che conduce ad un ulteriore ambiente sottostante di forma circolare, costruito interamente in peperino. Sul lato orientale la costruzione è tagliata da un muro, riferibile ai lavori di costruzione della Basilica Porcia e che ci consentono di datare questo settore del carcere ad una data posteriore al 184 a.C. Recenti scavi inoltre hanno evidenziato frequentazioni molto antiche risalenti all’VIII e al VI secolo a.C.Prigionieri celebri del Carcere Mamertino
Le prigioni del carcere mamertino accolsero, proprio nel Tullianum, i detenuti di rango, che qui venivano gettati e poi strangolati. Questa sorte toccò al celebre re dei Galli e nemico di Giulio Cesare, Vercingetorige. Stesso drammatico destino fu riservato ai partigiani di Gaio Gracco, dei militanti del sovversivo e antioligarchico Catilina, la cui congiura venne smascherata da Cicerone, nonché a Seiano, prima confidente dell’imperatore Tiberio e poi caduto in disgrazia e condannato a morte. Fra gli altri nemici celebri di Roma ricordiamo Giugurta, re della Numidia, che aveva sfidato Roma sul finire del II secolo a.C. e che, precipitato nel Tullianum, si rivolse con coraggio e scherno ai suoi carcerieri: “Come è freddo questo vostro bagno, Romani!“. Per info, contatti e orari: MiBACT Direzione generale Musei. Articolo di Andrea Simeoni