La Transverberazione di santa Teresa d’Avila, nota anche come Estasi di santa Teresa, è un’opera scultorea in marmo e bronzo dorato ad opera dell’artista Gian Lorenzo Bernini, realizzata tra il 1644 e il 1652 e situata nella Cappella Cornaro della Chiesa di Santa Maria della Vittoria.
L’Estasi di Santa Teresa: storia e interpretazione
L’opera rappresenta il momento in cui Santa Teresa d’Avila, canonizzata nel 1622, è colta dall’estasi mistica, prova dell’esistenza di Dio; le parole scritte dalla Santa nelle sue opere spirituali sono la guida di cui Bernini si serve per rendere concreta l’immagine scolpita. La raffigurazione delle estasi mistiche dei santi rappresenta un tema caro all’arte barocca: secondo i precetti dei gesuiti sulle funzioni pedagogiche dell’arte sacra, le illustrazioni dei santi e dei martiri aiutano a comprendere l’afflato mistico che porta alla comunicazione con Dio. L’intensa drammaticità rappresentata dal Bernini, spesso interpretata in chiave erotica, è quindi da collegare a una personale ricerca spirituale dello scultore e al suo impegno nel riuscire a rappresentare concretamente il senso dell’amore per il divino.L’opera architettonica: la teatralità barocca dell’Estasi di Santa Teresa
Pur mantenendo il proprio stile compositivo ragionato e uno schema architettonico rigido e ortodosso, in quest’opera il Bernini interpreta magnificamente il gusto per la teatralità tipico del Barocco, unendo architettura e scultura in un unico elemento. L’artista, che conosce anche le tecniche di scenografia, trasforma lo spazio della cappella in spazio scenico: la scultura principale viene rialzata da terra, collocata in una nicchia estroflessa rispetto alla parete di fondo, come fosse su un palcoscenico; la Santa è adagiata su una nuvola che sembra salire al cielo. Una finestra dai vetri ambrati, nascosta dal timpano dell’altare, procura una fonte di luce che agisce dall’alto, come un riflettore, e, attraverso il fascio di raggi in bronzo dorato, illumina il gruppo scultoreo con riflessi e chiaroscuri che rafforzano la sensazione di misticismo dell’evento. Un effetto che, nella penombra della chiesa, in origine illuminata solo attraverso le finestre del cleristorio, doveva apparire suggestivo e commovente: l’evento privato dell’estasi della Santa diviene in questo modo evento pubblico, con i nobili spettatori della famiglia Cornaro scolpiti nei palchi laterali, intenti a scambiarsi commenti, e uno spettacolo edificante per i fedeli. Il disegno architettonico della cappella è concettualmente legato alla composizione scultorea: l’edicola in cui ha luogo la scena ha un’ampia pianta ellittica la cui curva sporge nel transetto, dove si raddoppia per ospitare due coppie di colonne corinzie sormontate da un fastoso timpano, che fanno da cornice alla rappresentazione. Il candore degli elementi scultorei, in marmo bianco, dialoga con la vivace policromia delle superfici marmoree circostanti, mentre la tensione dinamica che sprigiona dalla struttura dell’edicola si armonizza con il rigore delle pareti di fondo della cappella. In quest’opera il Bernini realizza per la prima volta compiutamente la sua aspirazione allo “spettacolo totale” in cui architettura, scultura e pittura si fondono in una unitaria immagine spaziale.L’opera scultorea
La volontà progettuale del Bernini è quella di rappresenta l’estasi di Santa Teresa così come lei stessa l’ha vissuta, non attraverso simbologie canoniche: la santa reclina la testa in un atteggiamento languido, ha il volto dolce, gli occhi socchiusi e rivolti al cielo, la bocca semiaperta in un gemito, mentre il corpo è scosso da una sensuale passione mistica. Un cherubino dall’espressione maliziosa le scosta le vesti per colpirla al cuore con un dardo infuocato, simbolo dell’Amore di Dio: è evidente il contrasto tra l’aspetto delicato ed etereo dell’angelo e quello scomposto ed ardente della Santa la cui veste, ampia e vaporosa, lasciata cadere in modo disordinato sul corpo, è un capolavoro di virtuosismo tecnico. E’ uno spettacolo senza azione e, allo stesso tempo, dinamico: il marmo perde rigidezza, la scultura sembra in grado di rappresentare leggerezza e movimento quanto un’opera pittorica. La qualità della scultura è impareggiabile, l’attenzione ai particolari estrema: quest’opera del Bernini, oltre a rappresentare un capolavoro dell’arte Barocca, sarà destinata a far scuola e ad essere presa a modello innumerevoli volte nella storia dell’arte sacra, ma non solo. Il celebre compositore Pietro Mascagni, ad esempio, nel 1923 la prenderà come soggetto per una splendida una Visione lirica per orchestra intitolata proprio “Guardando la santa Teresa del Bernini”. Per info su orari di visita Chiesa Santa Maria della Vittoria. Articolo di Livia Artibani
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