Basilica di Santa Pudenziana

Basilica di Santa Prassede

Nei pressi di Santa Maria Maggiore, nascosta tra i palazzi, si trova la Basilica di Santa Prassede che conserva due importanti testimonianze dell’Alto Medioevo a Roma.

Le origini della Basilica di Santa Prassede

Secondo la narrazione degli Acta (testi narranti la via dei martiri) Prassede sarebbe vissuta tra il I ed il II secolo d.C. Figlia di Pudente, senatore romano facente parte di un gruppo di cristiani vicini a san Paolo, era sorella di Pudenziana, di Novato e di Timoteo, discepolo dello stesso apostolo. Dopo la morte di Pudente, le due sorelle, Prassede e Pudenziana, insieme al presbitero Pastore edificarono un battistero nel Titulus paterno e si dedicarono alla cura e alla sepoltura dei martiri cristiani. Durante la persecuzione di Antonino Pio (138 – 161 d. C.), trovò il martirio Pudenziana, e poco tempo dopo, a causa di una malattia, morì anche Novato, il quale affidò tutti gli averi in suo possesso a Prassede. Ottenuta l’autorizzazione di Timoteo per l’utilizzo dei beni di Novato, Prassede fece consacrare le terme di Novato ed edificò un altro titolo a lei stessa dedicato, nel quale nascose i cristiani che tentavano di sfuggire alle persecuzioni. Secondo quanto narrato negli Acta, Prassede, dopo aver provveduto alla sepoltura dei martiri nel cimitero di Priscilla, morì il 21 luglio tremendamente addolorata per questi eventi e fu deposta dallo stesso Pastore nelle catacombe di Priscilla, dove già riposavano le spoglie della sorella e del padre. La basilica di Santa prassede così come la vediamo oggi fu edificata per volere di Papa Pasquale I nell’817 d.C. nello stesso luogo dove sorgeva il Titulus Praxedis già dedicato alla Santa: con un progetto particolarmente ambizioso il Papa voleva creare un vero e proprio reliquiario volto a contenere le spoglie dei quasi duemila martiri sepolti nel cimitero di Priscilla che, a causa del periodo di instabilità politica, era necessario trasferire in un luogo più sicuro.

La struttura della Basilica di Santa Prassede

La pianta della basilica attuale si ispira a quella iniziale della Basilica di San Pietro: presenta tre navate, una centrale e due laterali divise da colonne in granito, il transetto e l’abside, con all’esterno un portale con scalinata e portico. La facciata, non visibile dalla strada poiché già inserita nel tessuto storico di Roma, si trova all’interno di un cortile quadrangolare delimitato da edifici. L’ingresso principale si trova su via di San Martino ai Monti – anche se oggi è utilizzato quello secondario su via di Santa Prassede – e reca l’antico protiro originale sorretto da due colonne di spoglio e sormontato da una loggetta in un sobrio stile barocco aggiunta nel XVI secolo. All’interno, la zona del presbiterio attuale fu realizzata dal cardinale Lodovico Pico della Mirandola tra il 1728 e il 1734, a seguito del Concilio Straordinario Romano voluto dal papa Benedetto XIV: furono realizzate così, la balaustrata, le tre rampe di scale (due per l’accesso alla zona presbiteriale e quella centrale per la cripta), il ciborio, il nuovo altare e gli stalli lignei del coro. Il presbiterio è delimitato dall’abside e da due quinte a tre colonne e due porte per lato; sopra le quinte, si trovano a destra la “Pala dell’Assunta” di Francesco Gai datata 1880 e a sinistra l’organo di Filippo Tronci del 1884. Al centro dell’abside, incorniciato dalle colonne del ciborio, troviamo la “Santa Prassede che raccoglie il sangue dei martiri” di Domenico Maria Muratori del 1753. Il ciborio a pianta quadrata, è sostenuto da quattro colonne in porfido rosso e decorato sulla cupola con quattro angeli in stucco.

I mosaici dell’abside della Basilica di Santa Prassede

L’elemento più importante della basilica è costituito dal ciclo di mosaici del IX secolo, fatti realizzare da papa Pasquale I. Si trovano in corrispondenza del catino absidale, dell’arco absidale e dell’arco trionfale. I mosaici di Santa Prassede, sono considerati rappresentativi del Medioevo romano, tanto per la varietà cromatica, quanto per la complessità e ricchezza di simboli e traggono ispirazione da quelli della chiesa dei Santi Cosma e Damiano al Foro. I temi delle raffigurazioni sono quelli dell’Apocalisse, con la rappresentazione della Gerusalemme Celeste e il Cristo contornato da Angeli e Santi. Il momento migliore per godere della bellezza di questi mosaici è al tramonto, quando l’interno della basilica è in penombra e i mosaici vengono illuminati artificialmente.

La Cappella di San Zenone

Questa cappella risale al rifacimento del papa Pasquale I che la volle come mausoleo per la madre Teodora dedicato a San Zenone. Essa si trova nella navata destra e presenta una volta totalmente rivestita da mosaici a fondo d’oro. La decorazione esterna alla cappella si suddivide in due ordini: quello inferiore è composto utilizzando materiali di reimpiego ed è costituito da un architrave e due colonne con capitelli; quello superiore è composto da una serie di decorazioni musive su fondo d’oro, che culminano all’interno del sacello con la decorazione della cupola. Qui si trovano quattro angeli angolari che sorreggono un clipeo, al cui interno è raffigurato un Cristo pantocratore: la raffigurazione pone la chiesa di Santa Prassede al centro della ricerca pittorica a Roma ai tempi di Pasquale I ed in diretta relazione con i mosaici della Ravenna bizantina.

Curiosità

Entrando in chiesa, in una nicchia sulla destra, è custodita una colonna che il Cardinale Giovanni Colonna fece portare a Roma da Gerusalemme nel 1223. La tradizione vuole che si tratti di un frammento della colonna della flagellazione di Cristo. Per info, contatti e orari: Comune di Roma – Basilica di Santa Prassede Articolo di: Roberta Sulpizio e Arda Lelo Santa Prassede Santa Prassede Santa Prassede

Contatti e info utili

Indirizzo: Via di Santa Prassede, 9, 00184 Roma RM, Italy
Sito: www.turismoroma.it/cosa-fare/chiesa-di-santa-prassede
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