1. Cosa Vedere a Roma Nord: Sant’Agnese fuori le Mura e il Mausoleo di Santa Costanza
Il percorso proposto inizia partendo dalla
basilica paleocristiana di Sant’Agnese fuori le mura, sita in via Nomentana 349, costruita nel 342 d.C. per volere di Costantina, figlia dell’imperatore Costantino I in onore della Santa a cui era particolarmente devota: di questa basilica restano oggi purtroppo solo le mura perimetrali ed in particolare una parete a forma di semicerchio che seguiva l’andamento dell’abside, sostenuta da contrafforti e ancora ben visibile da Piazza Annibaliano.
La struttura della basilica attuale è frutto della costruzione avvenuta ad opera di Onorio I nel 625-638 ed è costituita da un interno a tre navate divise da 14 splendide colonne marmoree antiche con capitelli corinzi ed un abside con un mosaico bizantino a fondo d’oro che rappresenta Sant’Agnese con i simboli del martirio che è uno degli esempi di arte paleocristiana meglio conservati a Roma. Numerosi elementi appartengono ad epoche successive, come il ciborio a quattro colonne costruito nel ‘600 sotto il pontificato di Paolo V, la scalinata cinquecentesca che conduce al cortile del convento ed la parte superiore del campanile voluto dal cardinale Giuliano della Rovere (1480-1490) – futuro Papa Giulio II – composta da due ordini di bifore in travertino, mentre coevo alla basilica costantiniana è il
Mausoleo di Santa Costanza, nato per ospitare il sarcofago in porfido della Santa, il cui originale si trova oggi ai Musei Vaticani.
L’edificio,
a pianta circolare, trae la sua forma dall’architettura romana (vedi il tempio di Minerva Medica, il
Pantheon, il
Mausoleo di Augusto), è costituito da un corridoio anulare, detto deambulatorio, in cui si trovano 12 colonne binate, provenienti da un antico tempio romano, che sorreggono la cupola e conserva alcuni mosaici del IV secolo che alternano motivi geometrici, scene di vendemmia a ritratti di Costanza e di suo marito Annibaliano.
Di fronte all’uscita della basilica, sulla via Nomentana, è possibile ammirare una vasca d’acqua fatta costruire dal Comune di Roma nel 1900 che reca l’iscrizione ‘Acqua Marcia’ ad identificare l’Acquedotto che ancora oggi alimenta le tubature di Roma.
2. Cosa Vedere a Roma Nord: Villa Torlonia e Casina delle Civette
Proseguendo in direzione sud, andando verso
Porta Pia, incontriamo sulla sinistra
i maestosi giardini di Villa Torlonia, i cui terreni appartenevano alla famiglia Pamphilj fino alla fine del 1700 quando furono acquisiti dal banchiere Giovanni Torlonia, che commissionò all’architetto Giuseppe Valadier i lavori per la trasformazione dell’area nella propria residenza: nacquero così il Casino Nobile ed il Casino dei Principi.
Nel 1832 il figlio del principe Giovanni, Alessandro Torlonia, iniziò una serie di lavori che diedero alla villa quel particolare gusto che oggi la contraddistingue: giardini all’inglese, finti ruderi, un tempio dedicato a Saturno, il teatro e l’Aranciera (oggi Limonaia) sono alcuni degli edifici che appartengono a questa fase di costruzione della villa.
Il successore di Alessandro, Giovanni Torlonia Jr, alimentò questo carattere eccentrico costruendo, a partire dal 1908, la
Casina delle Civette, un edificio che sembra essere un richiamo ai villaggi medievali con un tocco art nouveau di inizio novecento: grandi vetrate con decorazioni ad opera dell’artista Duilio Cambellotti, logge, maioliche, torri, mosaici e ferri battuti adornano il complesso rendendolo il coronamento della passione di Torlonia per l’esoterico ed è proprio qui che Giovanni si trasferì quando nel 1925 diede in concessione il resto della villa a Benito Mussolini che ne farà la sua casa fino al 1943, costruendo anche un bunker di rifugio contro i bombardamenti nei sotterranei del parco laddove sorgevano le catacombe ebraiche del III e IV secolo.
3. Cosa Vedere a Roma Nord: il Coppedè
Lasciando alle spalle i due edifici – propilei – di ingresso della villa da via Nomentana, proseguendo in direzione viale Regina Margherita a due fermate di tram o qualche minuto a piedi è possibile ammirare un altro angolo di Liberty a Roma:
il quartiere Coppedè. Nel 1915, infatti, i finanzieri Cerruti della Società Anonima Edilizia Moderna incaricano l’architetto Luigi Coppedè col quale avevano già collaborato a Genova, di realizzare gli edifici dei lotti dei nuovi quartieri residenziali a ridosso del quartiere Trieste-Salario: il risultato è un unicum non solo per Roma ma per la storia dell’architettura in generale,
una combinazione di stili che nel loro insieme creano un’atmosfera fastosa ma al contempo fiabescamente artefatta.
Le 26 palazzine e i 17 villini si snodano a partire dall’arcone trionfale riccamente decorato e adornato da un lampadario – preceduto da un’edicola con una madonna con bambino – in ferro battuto che segna l’ingresso al quartiere da
via Dora e culminano nell’affaccio su
piazza Mincio, nella quale al centro trionfa la fontana delle rane, detta così a causa dei dodici esemplari di rana dislocati su tutta la scultura.
Dalla piazza è possibile ammirare: il palazzo degli ambasciatori, che è stato il primo costruito nel quartiere, caratterizzato da due torrette e ricco di altri elementi aggettanti quali festoni, mascheroni, figure umane tra cui spicca una Vittoria alata in cima alla costruzione; il palazzo del Ragno caratterizzato dalla decorazione sopra il portone che ritrae appunto un ragno e dal mascherone di ispirazione assiro-babilonese che lo sovrasta; il villino delle fate, un edificio a tre livelli ricco di decorazioni quali fanciulle con strumenti musicali, rappresentazioni di Firenze su fondo blu ed un singolare orologio zodiacale posto sotto una bifora; il
palazzo Ospes Salve, chiamato così per l’iscrizione sul portone d’ingresso, riconoscibile dalla decorazione geometrica azzurra e gialla all’esterno e bicroma bianca e nera in stile liberty all’interno con un motivo originale a cavallucci marini.
4. Cosa Vedere a Roma Nord: il quartiere Parioli
Terminato il tour che comprende oltre a Piazza Mincio anche le vie adiacenti quali via Ombrone, via Brenta, via Olona, ci si può dirigere verso Viale Regina Margherita dove con il tram 3 o 19 si può raggiungere il
quartiere Parioli: lo sviluppo urbanistico dell’area, iniziato col Piano Regolatore del 1909, ha il suo picco nel secondo dopoguerra quando i più celebri architetti del momento vengono chiamati a costruire la tipologia edilizia più in voga dell’epoca, la palazzina.
Così per gli amanti dell’architettura contemporanea, è possibile oggi ammirare la palazzina in via Archimede 148 di Luigi Piccinato, celebre per aver redatto i Piani Regolatori di moltissime città d’Italia quali Matera, Padova, Caprarola (Viterbo), Padova, L’Aquila, Siena, Pisa, Orvieto (Terni), Gorizia, Grosseto, Latina, Monza (Milano) e soprattutto dal 1960 al 1965 Roma e Napoli; la palazzina in via Archimede 185 di Ugo Luccichenti, che ha costruito moltissimi altri edifici del quartiere Flaminio-Parioli, la sobria Palazzina Salvatelli progettata da Gio Ponti; la palazzina in viale Bruno Buozzi 58 di Massimo Castellazzi, conosciuto per le sue realizzazioni della stazione Termini, della biblioteca Nazionale di viale Castro Pretorio e di vari edifici dell’università La Sapienza ai quali lavorò con altri importanti architetti della Roma del ’900 e, sempre in viale Bruno Buozzi, la celebre palazzina Girasole di Luigi Moretti, uno dei protagonisti della ricostruzione a Roma con opere quali la GIL a Trastevere, la casa delle armi al Foro Italico e vari edifici per uffici nel quartiere E.U.R.
5. Cosa Vedere a Roma Nord: i Musei – il Bioparco e il Museo Civico di Zoologia
Proseguendo da piazza Ungheria verso viale delle Belle Arti, è possibile trovare
alcuni dei poli museali più importanti della città ognuno dei quali è adatto ad un target differenziato in base alle esigenze: se si è con bambini un luogo in cui trascorrere alcune piacevoli ore è senza dubbio il
Bioparco, all’interno di
Villa Borghese, e l’adiacente
Museo Civico di Zoologia che organizza visite guidate e laboratori didattici per avvicinare i bambini al mondo degli animali.
6. Cosa Vedere a Roma Nord: i Musei – la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea
Se si è appassionati di arte contemporanea una tappa fondamentale è rappresentata dalla
Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea, edificio progettato in occasione dell’Esposizione Universale del 1911 da Cesare Bazzani – celebre architetto romano oltre che della GNAM anche del Ministero della Pubblica Istruzione di viale Trastevere e dell’ospedale Fatebenefratelli all’Isola Tiberina – che ospita la più ampia collezione di opere del XIX-XX secolo della città, tra cui maestri quali Van Gogh, Degas, Klimt, Balla, Modigliani, Kandinskij, Duchamp, Mirò, De Chirico, Guttuso, Fontana, Capogrossi, Burri, Schifano e moltissimi altri indiscussi protagonisti delle correnti artistiche moderne e contemporanee.
7. Cosa Vedere a Roma Nord: i Musei – il Museo Etrusco di Villa Giulia
Proseguendo sempre su viale delle Belle Arti per gli appassionati di arte antica si trova il
Museo Etrusco di Villa Giulia che si trova in un magnifico palazzo cinquecentesco a cui hanno lavorato il Vignola, Giorgio Vasari, Bartolomeo Ammannati e Michelangelo Buonarroti e che ospita dal 1889 le antichità pre-Romane del Lazio, dell’Etruria meridionale e dell’Umbria appartenenti alle civiltà etrusca, falisca e capenate, tra cui il celebre Sarcofago degli Sposi.
8. Cosa Vedere a Roma Nord: il quartiere Flaminio – la Piccola Londra e l’Auditorium Parco della Musica
Proseguendo su viale delle belle Arti all’incrocio con viale Tiziano si può prendere il tram 2 per giungere al
quartiere Flaminio in cui è possibile ammirare una serie di vie adiacenti a viale del Vignola, come via Bernardo Celentano, che hanno assunto negli anni la denominazione di
‘Piccola Londra’: infatti i palazzi a due o tre piani, con i cancelletti, le scalette e gli intonaci pastello, opera del primo dopoguerra dell’architetto Quadrio Pirani, strizzano l’occhio ai celebri quartieri della capitale inglese c
ome Notting Hill e rappresentano uno scorcio suggestivo ed inusuale di Roma.
Subito accanto trova spazio il celebre
Auditorium Parco della Musica costruito nel 2002 dallo studio di Renzo Piano, in collaborazione con lo studio Müller-BBM di Monaco di Baviera, che si è preoccupato di dotare le tre sale di un’acustica ottimale, e con l’architetto paesaggista Franco Zagari che si è occupato della consulenza urbanistica e degli spazi esterni.
9. Cosa Vedere a Roma Nord: il quartiere Flaminio – il Ponte della Musica e il MAXXI
Il quartiere ha avuto un forte sviluppo nel XXI secolo e ha visto nascere, oltre che il ponte Armando Trovajoli meglio noto come
Ponte della Musica, anche
il più importante museo delle arti del XXI secolo ovvero il
MAXXI costruito da Zaha Hadid nel 2010 che costituisce un ponte tra la città e l’arte, l’architettura e la fotografia contemporanea al pari di centri come la Biennale di Venezia e la Triennale di Milano.
Il museo consta di una sezione architettura in cui si contano fondi archivistici (disegni, modelli, fotografie, carteggi, pubblicazioni, registrazioni audio e video, documenti digitali) di architetti e ingegneri di rilievo internazionale tra cui Alessandro Anselmi, Enrico Del Debbio, Zaha Hadid, Toyo Ito, Sergio Musmeci, Pier Luigi Nervi, Aldo Rossi, Carlo Scarpa, Superstudio, una collezione di fotografia del MAXXI Architettura, gestita dal Centro Fotografia, che si compone di circa 1000 fotografie d’autore acquisite a partire dal 2003 tramite progetti di committenza inseriti in programmi di ricerca e di analisi del territorio italiano ed una sezione arte costituita da opere di pittura, installazioni, video-arte, scultura, net-art e fotografia formano così un nucleo di opere in cui le ricerche degli artisti emergenti dialogano con quelle prodotte, tra gli anni Sessanta e il 2000, da alcuni tra i più significativi artisti italiani e stranieri del periodo, come Alighiero Boetti, Francesco Clemente, William Kentridge, Mario Merz, Gerhard Richter.
10. Cosa Vedere a Roma Nord: il Villaggio Olimpico e Ponte Milvio
L’itinerario Cosa Vedere a Roma Nord si conclude, dopo uno sguardo alle
architetture del Villaggio Olimpico, verso viale della XVII Olimpiade, un complesso costruito dai più autorevoli architetti dell’epoca: Vittorio Cafiero, Adalberto Libera, Amedeo Luccichenti, Vincenzo Monaco e Luigi Moretti nato per ospitare più di ottomila persone tra atleti, organizzatori, allenatori e rappresentanti della stampa venuti a Roma per le Olimpiadi del 1960, con una passeggiata su
Ponte Milvio: il ponte è uno dei più antichi se non il più antico di cui si ha traccia, risale al IV-III secolo a.C. ed era inizialmente in legno, fu poi rifatto ex novo e prese il nome dal magistrato che ne autorizzò la costruzione in muratura, tale “Molvius”, da cui “Molvio” e quindi Milvio e la zona rappresenta oggi un ideale luogo di ristoro ricco di chioschi e ristoranti dove terminare il tour dell’area nord della capitale.