Cosa Vedere a Roma in 3 giorni è l'itinerario per chi si ferma nella Capitale e ha bisogno di programmare quali monumenti visitare e quali itinerari prediligere al fine di assaporare la vera essenza della città nel modo più completo possibile senza rischiare di perdersi tra le infinite bellezze che solo Roma può offrire.
Itinerario: Cosa Vedere a Roma in 3 giorni
Cosa Vedere a Roma in 3 giorni: giorno 1
Termini, Basilica di Santa Maria Maggiore, Rione Monti, Chiesa di Santa Maria ai Monti, Basilica di Santa Pudenziana, Basilica di San Pietro in Vincoli
Come punto di partenza dell’itinerario si è scelto la stazione Termini sia per motivi infrastrutturali – è probabile che sia la stazione di arrivo e rappresenta in ogni caso un luogo raggiungibile da tutti i punti della città – sia perché si trova su un asse viario particolarmente vantaggioso ai fini del percorso previsto. Dalla Stazione, infatti, scendendo per via Cavour, è possibile arrivare alle spalle di Santa Maria Maggiore nei pressi di Piazza dell’Esquilino e recarsi quindi all’interno della Basilica che rappresenta uno dei gioielli delle chiese capitoline riferibili a moltissime fasi della storia dell’architettura. Fu edificata durante il pontificato di Papa Liberio (352-366), fu ricostruita o ristrutturata da papa Sisto III (432-40), presenta una decorazione musiva di superbo pregio del XIII-XIV secolo, conserva una serie di mirabili opere del cinque-seicento – tra cui la Cappella Sistina in cui è sepolto Papa Sisto V, la Cappella Paolina in cui è sepolto Papa Paolo V ed il fronte su Piazza dell’Esquilino opera di Carlo Rainaldi – ed è caratterizzata da una facciata settecentesca fortemente scenografica progettata da Ferdinando Fuga su commissione di Papa Benedetto XIV con un portico al piano terra a cinque aperture architravate su cui poggia una grande loggia a tre arcate, di cui la mediana più alta.
Una volta usciti dalla Basilica, tornando su via Cavour, è possibile raggiungere il rione Monti, un quartiere ricco di fermento artistico, con gallerie d’arte, negozi dell’usato, boutique artigianali e moltissimi locali e ristoranti in cui poter gustare i veri sapori di Roma. Tra le architetture ecclesiastiche da non perdere ci sono la Chiesa di Santa Maria ai Monti, esempio mirabile di barocco romano ad opera di Giacomo della Porta; la Basilica di Santa Pudenziana in via Urbana, risalente al IV secolo e una delle più antiche di Roma che conserva al suo interno un mosaico absidale originario dell’arte paleocristiana; e la Chiesa di San Pietro in Vincoli, raggiungibile salendo da via Cavour la suggestiva scalinata dei Borgia, costruita nel 422 da Licinia Eudossia figlia di Teodosio II e restaurata nel 1503 da Giulio II che le diede la facies attuale e che qui volle la sua tomba, commissionandola a Michelangelo che per lui realizzò il Mausoleo con la celebre statua del Mosè.
Colosseo, Foro Romano, Palatino, Foro di Cesare, Foro di Nerva, Foro di Augusto, Foro di Traiano, Colonna di Traiano
Da via Cavour girando verso via degli Annibaldi è possibile dirigersi in direzione Colosseo: il biglietto di accesso al Parco Archeologico darà la possibilità al visitatore non solo di ammirare dall’interno il luogo simbolo della romanità in tutto il mondo, ma permetterà anche l’accesso al Foro Romano, cuore pulsante della Roma antica, e al Palatino, il celebre colle che dall’epoca di Augusto divenne la residenza ufficiale degli imperatori romani; in alternativa è possibile ammirare questi celebri monumenti dall’esterno, in un’area storica che comprende anche l’Arco di Tito (visibile percorrendo la via Sacra) e l’Arco di Costantino. Una visuale dei resti del Foro Romano si può avere passeggiando su via dei Fori Imperiali in direzione Piazza Venezia: l’apertura della via tra il 1924 ed il 1932 offre purtroppo una prospettiva distorta dell’area che i Fori occupavano nell’antichità, tuttavia oggi è ancora possibile riconoscere a sinistra della via – andando in direzione Piazza Venezia – il Foro di Cesare ed i resti del Tempio della Pace, mentre a destra, partendo da Largo Corrado Ricci, si trovano in ordine il Foro di Nerva, il Foro di Augusto ed il Foro di Traiano, con i celebri mercati, la basilica Ulpia e la colonna traianea.
Monumento a Vittorio Emanuele II, Piazza Venezia, Campidoglio, Foro Boario, Ghetto Ebraico e Portico d'Ottavia
Una volta giunti a Piazza Venezia, è impossibile rimanere indifferenti di fronte alla quantità di opere architettoniche di epoche diverse che adornano la piazza: tra il Vittoriano e la scalinata dell’Ara Coeli, sono visibili i resti di un’insula, una tipica abitazione romana di epoca imperiale che fortunatamente non fu demolita dai lavori che negli anni Venti interessarono l’area; Palazzo Venezia, esempio eccelso del ‘400 romano, fatto costruire dal cardinale Pietro Barbo nel 1455; ed ultimo, in ordine cronologico ma non di certo per dimensioni, il Monumento a Vittorio Emanuele II, iniziato nel 1885 da Giuseppe Sacconi, e terminato nel 1935 ad opera degli architetti Gaetano Koch, Manfredo Manfredi e Pio Piacentini, che con i suoi 81 metri di altezza è il re incontrastato della piazza.
Dalla piazza una tappa obbligatoria è rappresentata dal Campidoglio si può poi proseguire verso il Teatro di Marcello e l’area del Foro Boario, terminando l’itinerario del primo giorno con una passeggiata al Ghetto, che offre moltissimi scorci caratteristici specie nell’area del Portico d’Ottavia nonché numerosi ristoranti dove apprezzare la cucina giudaico-romanesca.
Cosa Vedere a Roma in 3 giorni: giorno 2
Chiesa del Gesù, Area Sacra di Largo Argentina, Sant'Andrea della Valle, Sant'Ivo alla Sapienza, Piazza Navona
Il percorso del secondo giorno riguarda alcuni dei rioni più centrali ed importanti della città ed in particolare, il rione Pigna, il rione Sant’Eustachio e il rione Parione, ognuno dei quali ricco di storia e di monumenti da non perdere.
Il primo monumento è la Chiesa del Gesù, nell’omonima piazza, costruita tra il 1568 ed il 1584 da Jacopo Barozzi, detto Il Vignola, su commissione del cardinale Alessandro Farnese, mentre la facciata così come la cupola sono di Giacomo della Porta: la chiesa fece da modello per tutte le altre dell’ordine gesuita in tutta Europa e fu arricchita di ulteriore pregio quando, tra il 1670 e il 1683, venne chiamato il pittore Giovanni Battista Gaulli, detto il Baciccia, a dipingere la volta della cupola, dell’abside e della navata con l’opera ‘Trionfo del Nome di Gesù’, uno dei più spettacolari trompe-l’œil della storia dell’arte. Proseguendo su via del Plebiscito, si giunge a Largo di Torre Argentina, dove si può ammirare l’area sacra risalente al IV-III secolo a.C. e scoperta durante alcuni lavori di demolizione tra il 1926 e il 1929, mentre poco più avanti si incontra la chiesa di Sant’Andrea della Valle, una delle più significative dell’arte del XVI secolo, per la facciata Costruita tra il 1590 e il 1650 da Giacomo della Porta, Francesco Grimaldi e Carlo Maderno, per la cupola, la terza di Roma per altezza dopo la Basilica di San Pietro in Vaticano e la Basilica dei Santi Pietro e Paolo all’EUR, e per la decorazione del presbiterio e della cupola, capolavori di due importanti artisti attivi nel Seicento a Roma, Domenichino e Lanfranco.
Uscendo dalla Chiesa, superata la fontana, opera di Carlo Maderno del 1614 e spostata nella sua ubicazione attuale nel 1958 a seguito della distruzione di Piazza Scossacavalli a Borgo Pio, si prosegue verso Corso Rinascimento, in cui si staglia il Palazzo della Sapienza elegante edificio del XVI secolo ad opera di Giacomo della Porta e Pirro Ligorio su cui si andrà ad insediare quasi un secolo dopo la chiesa di Sant’Ivo, capolavoro di Francesco Borromini specie per la pianta polilobata e la celebre lanterna dall’andamento a spirale unica nel suo genere.
Tornando su Corso Rinascimento e andando verso via dei Canestrari si giunge ad una delle piazze più emblematiche di Roma, Piazza Navona ricca di storia millenaria e splendidi monumenti, come ad esempio la fantastica Fontana dei Quattro Fiumi che rappresenta una tappa imprescindibile in ogni viaggio nella Capitale.
Chiesa di San Luigi dei Francesi, Pantheon, Basilica Santa Maria Sopra Minerva, Chiesa di Sant'Ignazio da Loyola
Dal rione Parione torniamo quindi nel rione Sant’Eustachio alla volta di San Luigi dei Francesi: la chiesa opera di Domenico Fontana del 1589 su disegno dellaportiano conserva al suo interno la celebre Cappella Contarelli nella quale Caravaggio inserì agli inizi del 1600 il Ciclo di San Matteo che rappresenta la prima commissione che il pittore ebbe a Roma dagli eredi testamentari del cardinale Mathieu Cointrel da cui la cappella prende il nome.
Uscendo dalla Chiesa e proseguendo in direzione di via dei Giustiniani si arriva al Pantheon, che ancora oggi conserva il primato di cupola più grande del mondo in calcestruzzo non armato, e si può proseguire poi l’itinerario verso la Basilica di Santa Maria sopra Minerva, uno dei rari esempi di architettura gotica a Roma, sulla cui piazza omonima sorge il celebre obelisco della Minerva. L’obelisco in granito, alto circa 13 metri e proveniente dalla città di Sais in Egitto, fu ritrovato nei pressi della piazza nel 1665 e sistemato, sulla base di un disegno di Gian Lorenzo Bernini, sull’elefante scolpito da uno dei suoi più fedeli collaboratori, Ettore Ferrata.
Prima di proseguire l’itinerario verso via del Corso, l’antica via Lata e una delle principali arterie del centro storico, una sosta è d’obbligo nella chiesa di Sant’Ignazio da Loyola, voluta dal Cardinale Ludovisi nel 1626 per omaggiare il fondatore dell’Ordine, che ospita sulla navata centrale l’eccezionale quadratura di Andrea Pozzo del 1685 che raffigura la ‘Gloria di Sant’Ignazio’.
Fontana di Trevi e Galleria Sciarra
La prossima tappa è una delle Fontane più celebri al mondo se non la più celebre, Fontana di Trevi, capolavoro scenografico di Nicola Salvi ultimato nel 1762 da Giuseppe Pannini che sfrutta ancora oggi l’Acquedotto Vergine di cui ne rappresenta la mostra d’acqua.
Se per arrivare alla fontana si percorre via Margo Minghetti si avrà la possibilità di osservare uno dei luoghi più inediti della città: Galleria Sciarra, costruita da Giulio De Angelis – autore anche dell’edificio dell’ex Rinascente al Corso – nel 1885 secondi i dettami delle architetture in ferro e vetro che a fine secolo si espandevano in Italia e in tutta Europa, poi dipinta magistralmente da Giuseppe Cellini con motivi tipicamente liberty-belle epoque.
Via del Corso, Via Margutta, la Fontana delle Arti e Piazza di Spagna
Si può scegliere poi se proseguire l’itinerario su via del Corso, approfittando sia delle numerose attività commerciali che delle attrazioni culturali che si possono trovare – ad esempio la chiesa dei SS. Ambrogio e Carlo al Corso, esempio mirabile di tardo barocco romano con la cupola costruita nel 1678 da Pietro da Cortona e gli interni ricchi d’oro e marmo rosa – o scegliere un percorso più dipartito passando per via del Babuino e via Margutta, celebre per le numerose botteghe e per la presenza della fontana delle Arti, omaggio di Pietro Lombardi proprio ai numerosi artisti che abitavano il quartiere.
Qualunque itinerario si scelga, prima di ultimare il tour del secondo giorno, bisognerà senza dubbio passare per Piazza di Spagna una delle più magiche della Capitale con la celebre scalinata, la Fontana della Barcaccia ideata da Pietro Bernini e terminata da Gian Lorenzo nel 1627 e Trinità dei Monti: la chiesa, iniziata nel 1502 per volere di Luigi XII re di Francia in stile gotico, fu restaurata dopo il sacco di Roma per volere dei cardinali francesi che consegnarono ai padri dell’Ordine dei Minimi di S. Francesco da Paola che si occupavano della chiesa, un nuovo complesso coperto da volta a botte e chiuso da una facciata ornata da due campanili simmetrici, opera di Giacomo della Porta e Carlo Maderno.
Piazza del Popolo, le Chiese gemelle, Porta del Popolo, Pincio
Ultima tappa del primo giorno è Piazza del Popolo nella quale si possono ammirare una miriade di opere di diverse epoche e stili: le chiese gemelle, S. Maria di Montesano e S. Maria dei Miracoli progettate da Carlo Rainaldi e terminate entrambe da Carlo Fontana alla fine del ‘600; l’obelisco flaminio portato a Roma dall’Egitto per volere di Augusto nel 10 a.C. eretto per ordine di Sisto V ad opera di Domenico Fontana nel 1589 e adornato da vasche e leoni da Giuseppe Valadier nel 1823; la Porta del Popolo, una delle porte delle Mura Aureliane che nella facciata visibile da Piazza del Popolo fu realizzata da Gian Lorenzo Bernini per Papa Alessandro VII in occasione dell’arrivo della regina Cristina di Svezia nel 1655, mentre la facciata verso Piazzale Flaminio fu commissionata da papa Pio IV a Michelangelo, che però trasferì l’incarico a Nanni di Baccio Bigio, il quale realizzò l’opera tra il 1562 e il 1565 ispirandosi all’Arco di Tito; la Basilica di Santa Maria del Popolo originariamente costruita nel 1099 ma oggi dall’aspetto profondamente barocco grazie agli interventi del XV-XVI secolo ad opera di alcuni dei maggiori protagonisti della storia dell’architettura quali Bramante, Maderno che si occupò della Cappella Cerasi, Raffaello che progettò la Cappella Chigi e Bernini che nel 1660 si occupò del restauro della chiesa che le ha conferito la facies attuale.
Volendo godere del tramonto da una vista privilegiata da qui si può andare verso la terrazza del Pincio, attraverso la salita ideata da Giuseppe Valadier nel 1816 e dedicata a Napoleone I, da cui è possibile ammirare tutta la bellezza di Roma.
Cosa Vedere a Roma in 3 giorni: giorno 3
Castel Sant'Angelo, Basilica di San Pietro, Musei Vaticani
Mentre i primi due giorni sono stati interamente dedicati all’area che si estende ad est del Tevere, il terzo giorno riguarderà invece per molti tratti l’area ad ovest ed avrà come punto di inizio uno dei monumenti più significativi della città di Roma in cui si sono succedute numerose vicende nel corso dei secoli: Castel Sant’Angelo. Da mausoleo dell’imperatore Adriano, a castello medievale, a bastione papale, a carcere finché non fu definitivamente liberato dopo l’Unità d’Italia, il monumento offre al suo interno una serie di scenari incredibili, passando dalle carceri agli appartamenti papali affrescati nel XVI secolo, nonché, salendo fino al settimo livello, un’incredibile vista a 360° su Roma.
Uscendo da Castel Sant’Angelo si prosegue in direzione via della Conciliazione per ammirare la Basilica di San Pietro, la più grande di Roma, in cui hanno lavorato artisti di calibro eccezionale, tra cui in particolare Michelangelo e Gian Lorenzo Bernini, e se si vuole anche i Musei Vaticani che rappresentano una delle raccolte di arte più significative al mondo a partire da sculture greche di Fidia e Lisippo, passando per opere rinascimentali di Leonardo e Raffaello, fino ad opere di arte contemporanea di Henri Matisse e Salvador Dalì.
Campo de Fiori, Arco degli Acetari, Palazzo Farnese e Palazzo Spada
Una volta usciti dal Vaticano, passeggiando sul Lungotevere, si consiglia una piccola deviazione da Ponte Sisto verso Campo de’ Fiori: l’area, che dal 1869 divenne sede del mercato, offre la possibilità al visitatore di godere di alcuni degli scorci più caratteristici di Roma, tra cui l’Arco degli Acetari in una traversa di Via del Pellegrino, nonché di ammirare alcuni celebri palazzi nobiliari, uno tra tutti Palazzo Farnese costruito da Antonio da Sangallo il Giovane e Michelangelo ed esempio straordinario di architettura cinquecentesca.
Da qui se si vuole è possibile recarsi a Palazzo Spada, in cui potrete trovare una ricca quadreria e la celebre galleria prospettica ad opera di Francesco Borromini che, inquadrando una statua al termine di uno stretto camminamento coperto a botte, sapientemente ridotto in progressione nell’altezza e nelle dimensioni delle colonnine, ci restituisce l’impressione che il percorso sia di 30 metri pur essendo nella realtà di circa 8 metri.
Trastevere, Santa Maria in Trastevere, Gianicolo e Fontana dell'Acqua Paola
Ritornando verso il Lungotevere da Piazza Trilussa è possibile perdersi nei vicoli di Trastevere, trans Tiberim al di là del Tevere per l’appunto: il quartiere è considerato il vero cuore della romanità e presenta una quantità di innumerevoli scorci caratteristici, una serie di ristoranti e osterie in cui poter apprezzare la cucina romana, ma anche una buona dose di architettura soprattutto palazzi e chiese tra le quali non possiamo non nominare la Basilica di San Crisogono, la Basilica di Santa Cecilia e la Basilica di Santa Maria in Trastevere, al cui centro della piazza omonima sorge una delle fontane più antiche di Roma, di cui l’ultimo restauro fu ad opera di Carlo Fontana nel 1694.
L’itinerario può poi proseguire verso il Gianicolo uno dei colli di Roma da cui è possibile avere una delle più ampie ed eccezionali viste sulla città eterna ed ammirare la Fontana dell’Acqua Paola, mostra terminale dell’Acquedotto omonimo voluta da Papa Paolo V tra il 1610 ed il 1614, il cosiddetto ‘Fontanone’ che volendo è anche visibile da Piazza Trilussa in una suggestiva prospettiva che lo vede in linea d’aria con la fontana della piazza.
Circo Massimo, Aventino, Chiesa di Santa Sabina, Giardino degli Aranci, buco della serratura
Scendendo dal Gianicolo e tornando nei pressi del Lungotevere sarà possibile passare sul ponte Palatino giungendo all’area del Foro Boario oppure proseguire in direzione Porta Portese per giungere direttamente alla tappa successiva dell’itinerario che è rappresentata dal Circo Massimo e poi dall’Aventino. Il colle ospita infatti alcuni splendidi esempi di architettura paleocristiana, come la chiesa di Santa Sabina, ma anche due dei luoghi più magici di Roma: il primo è il giardino degli aranci realizzato così come lo vediamo oggi negli anni ’30 dall’architetto Raffaele De Vico noto a Roma anche per una serie di edifici dentro villa Borghese, l’Ossario dei Caduti al Verano e alcune sistemazioni di Parco Virgiliano e Villa Sciarra, da cui si può ammirare una delle più note viste su Roma, mentre la seconda è la Piazza dei Cavalieri di Malta, progettata nel 1765 da Giovanni Battista Piranesi: la particolarità si trova nel buco della serratura del Priorato dei Cavalieri di Malta che mostra a chiunque si avvicini la sagoma della cupola di San Pietro in tutta la sua maestosità incorniciata dalle siepi del giardino.
Piramide, Garbatella, Basilica di San Paolo Fuori le Mura
Scendendo dall’Aventino si procederà in direzione Piramide Cestia una struttura simbolo del quartiere Ostiense che fu costruita tra il 18 e il 12 a.C. come tomba di Gaio Cestio Epulone, prefetto e di tribuno della plebe di Roma, per dirigersi verso l’area sud della città: l’itinerario si concluderà, dopo un’eventuale sosta al caratteristico quartiere novecentesco della Garbatella, presso la Basilica di San Paolo fuori le Mura.
La basilica che ospita la tomba dell’Apostolo Paolo, è una delle quattro papali di Roma, fu consacrata da Silvestro IV nel 324 d.C. e costituì fino al XVI secolo il più grande edificio ecclesiastico di Roma, quando venne costruita la basilica di San Pietro, divenendo e rimanendo tuttora la seconda per dimensioni; l’edificio attuale è molto diverso da quello originario sia a causa dei molteplici interventi che si susseguirono nel corso dei secoli, sia soprattutto a causa di un incendio che nel 1823 distrusse quasi totalmente la chiesa, da cui si salvarono fortunatamente l’abside, il transetto ed il ciborio di Arnolfo di Cambio del 1285: durante tutto il XIX secolo si procedette ai lavori mentre risale al 1928 il quadriportico esterno ad opera di Guglielmo Calderini, già architetto del Palazzo di Giustizia di Roma.